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È la fine di un amore, difficile fin dall'inizio, per diversità di cultura, lingua, abitudini. Lui chiude quella che considera una relazione ormai sgretolata, lei si ritrova improvvisamente sola, incapace di lasciarlo andare. E adesso? Aggrapparsi ancora a una speranza? A un ricordo? A mille dettagli insignificanti che irrompono nella nuova solitudine? Ecco che l'ossessione si impadronisce di ogni suo respiro, la consuma, la spinge a rifugiarsi nella propria interiorità, dominata da un'insicurezza che si manifesta nel dare ascolto a una vocina che a volte si atteggia ad arrogante maestra di vita, a volte a nascosta complice, a volte a sorella compassionevole, a volte a irritante commentatrice estranea. Con uno stile sprezzante, asciutto e scattante, la scrittrice fa emergere l'anima saturnina pervasa da una lucida e controllata autoironia della protagonista, combattuta tra il riappropriarsi della propria identità e il superare le barriere culturali per avvicinarsi all'altro e riempire il vuoto dell'abbandono. Fa da sfondo il mondo esperantofono, la lingua neutra e unificatrice, unico punto di contatto tra i due.